Giorgio Paolucci sabato 26 marzo 2022I detenuti hanno dimostrato un grande cuore verso chi fugge dalla guerra raccogliendo una bella quantità di cibo che sarà presto distribuita a chi ne ha bisogno
La Colletta alimentare al carcere di Opera è stata ottima
“Guerra significa sofferenza, privazione. Chi vive qua dentro ne fa esperienza quotidiana sulla propria pelle, perciò non potevamo restare indifferenti alla sorte di quei poveracci che scappano dalla morte. Per questo abbiamo proposto alla direzione del carcere e ai volontari dell’associazione Incontro e Presenza, che ogni anno organizzano nei reparti la Colletta alimentare, una raccolta di cibo da donare alle famiglie ucraine che stanno ospitando i loro connazionali arrivati in Italia”. Emanuele, ventiquattro anni di detenzione alle spalle, è uno di quelli che ha preso l’iniziativa e sta caricando su un furgone i prodotti raccolti durante la Colletta straordinaria che si è svolta ieri nella casa di reclusione di Opera.
La testimonianza, guarda il video:
Un altro carrello pieno
Sono stati raccolti complessivamente 1683 chili di pasta, riso, pelati, scatolette di carne e di tonno e altri generi alimentari, che nei prossimi giorni il Banco Alimentare consegnerà alle comunità ucraine della Lombardia che hanno aperto le porte delle loro case a familiari e conoscenti. Sono oltre ventimila quelli arrivati finora nella regione, molti altri ne sono attesi in futuro.
I carrelli pesano, c'è da spingere
“Ho due figli piccoli, mi si è stretto il cuore vedendo le immagini dei bambini in fuga da quell’orrore, ho donato volentieri del cibo come segno di vicinanza ai profughi e alle famiglie che li ospitano - racconta Salvatore, un altro dei promotori -. Gesti come questo rigenerano la nostra umanità, nel mio reparto c’è stata una partecipazione commovente. Molti ci considerano semplicemente dei cattivi, ci racchiudono dentro un’etichetta che ci condanna per sempre, ma anche noi desideriamo il bene, abbiamo ascoltato il grido di dolore delle vittime di questa guerra ingiusta e ci siamo mobilitati”.
Si dividono gli alimenti raccolti
Maria Vittoria Menenti, vicedirettrice del carcere, osserva che “l’iniziativa testimonia la volontà della popolazione detenuta di essere partecipe dei drammi che accadono e di voler condividere le necessità di chi vive in condizioni di sofferenza come loro. La Colletta, come altri gesti di alto valore civile che vengono promossi a Opera, è la documentazione di un percorso virtuoso che molti di loro stanno sperimentando: l’espiazione della pena per gli errori commessi e per il danno arrecato alla collettività deve essere accompagnata da un’opera di educazione e di recupero che ponga le basi per un reinserimento costruttivo nella società. Anche per questo è preziosa la presenza dei volontari”.
Si riempie il camioncino
L’associazione Incontro e Presenza in accordo con il Banco Alimentare da anni promuove gesti analoghi a Opera e negli altri penitenziari milanesi. “Ma stavolta siamo stati preceduti - commenta Guido Boldrin, responsabile dei volontari -. Sono state loro, le persone detenute, a prendere l’iniziativa e a chiederci di promuovere un gesto di condivisione con i profughi ucraini. Siamo rimasti sorpresi da questa loro mossa: è la testimonianza commovente che nel cuore di ogni uomo, in qualsiasi contesto, abita un desiderio di bene e di positività. Per questo oggi, passando con i carrelli nei reparti a ritirare il cibo donato dalle persone detenute, abbiamo lasciato a ciascuno un volantino in cui campeggia la parola grazie”.